di Enrico Ronchetti
L’esonero di Sandro Pochesci, anticipato quattro giorni prima da quello del Dg Alfonso Morrone, ha fatto storcere il naso alla gran parte dei tifosi biancorossi. Al netto di qualche inevitabile errore, la gestione delle cose di campo da parte del tecnico romano è stata infatti buona, fors’anche ottima. Soprattutto nella fase iniziale del nuovo corso societario, quando la tempesta soffiava forte nei corridoi della sede di via Abetone, Pochesci è stato scudo e faro per i suoi ragazzi. Il miglior Pochesci e il miglior Carpi si sono visti proprio in quella fase tempestosa della società, quando il tecnico romano è stato in grado di fare la propria parte e andare forse anche oltre. Quando la situazione societaria si è calmata – con la fuoriuscita del gruppo Cerea Banca – hanno invece ben presto iniziato a filtrare voci di insofferenza montante e rapporti sempre più tesi tra alcuni uomini della società e il tecnico. Che, come si è esaltato nelle difficoltà, ha faticato a convivere nella “normalità”. Come diceva don Vito Corleone nel celebre film “ il Padrino”, ci sono uomini per i tempi di pace e uomini per i tempi di guerra. Ecco, Pochesci ha dato la sensazione di essere più a proprio agio in quest’ultimo ruolo. Paga – come spiegato dalla nota del presidente Mantovani – differenti vedute con la società. Probabilmente e soprattutto sul mercato, dove si è spesso adoperato in prima persona, come raccontato anche da Mastour in sede di presentazione.