Dalla scrittura ai tasti da pigiare, In Cornice

Il nipote grande dice, soddisfatto, di aver preso sette e mezzo nel tema. A lui non piace scrivere, penso che lo ritenga una cosa inutile. Si trattava di “argomentare” la dipendenza dei giovani dal cellulare. Da lì derivano alcune riflessioni. A me è sempre piaciuto scrivere, fare il tema, a scuola, era una vacanza rilassante, unico problema contenere la marea di parole, non fare troppi errori d’ortografia e avere abbastanza fogli protocollo e tempo per ricopiare il tutto. Poi non saprei classificare la mia “scrittura” secondo i canoni che insegnano, forse si tratta di narrativa autobiografica. Circa il soggetto proposto dalla prof, poi, vorrei aggiungere la dipendenza dei vecchi che, se non peggio, è più inaspettata e stupisce. Sì, sono sempre attaccata lì, per sentirmi in compagnia, per non essere più capace di sopportare il vuoto. In una sala d’attesa, al gabinetto al posto del giornale, prima di dormire, pigio, “sciampigo”, cerco. Però ci sono i suoi vantaggi, si mandano foto, si trasmettono documenti, si danno ordini importanti, ma anche si guardano i social, se ci sono pettegolezzi nuovi, se la Franca in Calabria sta bene e ha finito la raccolta delle olive, oppure a che ora ci sono le ultime messe o qual è la farmacia più vicina. E’ facile trovare serie giustificazioni se si esaurisce la batteria.

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