Gli ospiti della villeggiatura, in cornice del 25 luglio

Gli ospiti sono una cosa che non tutti si possono permettere. Quando c’era la casa di Ischia che i miei prendevano in affitto per un anno intero, allora gli ospiti erano un complemento necessario alla villeggiatura, io stessa ero, in fin dei conti, un’ospite se pure gradita particolarmente. Non c’era, in effetti, una vera possibilità di alloggio adeguato, ma tutti si accontentavano di sistemazioni arrangiate, di reti sfondate, di un solo bagno in comune. Quello che contava era il resto. La terrazza, la vista, i gerani, gli spaghetti col pomodoro della signora Desiano, il Don Alfonso che andava giù fresco nei bicchieri spessi e anche qualche pesciolino fresco di mattinata e fritto al momento. C’erano ospiti fissi come la cugina Biancamaria che aveva il compito di intrattenere la Nella quando non era a pesci giocando a Macchiavelli che è una specie di Burraco. C’erano ospiti estemporanei, una volta un frate camaldolese moderno di braghette e di teologia, c’era qualcuno che faceva yoga la mattina, qualcuno che andava a pesca, anche qualche lontano parente necessitante di un periodo di tiramisù. Per l’ospite c’era la tovaglia pulita, il pasto semplice e anche, necessariamente, il vassoio di pasticcini alle mandorle comperati a Forio. Per gli ospiti c’era un insieme di gite e giri turistici necessari affinchè tutti si convincessero che quello era il posto più bello del mondo, che non c’erano Maldive, Sardegne, Provenze degne di essere paragonate. 

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