Irreversibilità del piercing e dei supermercati, In cornice del 12 settembre

Questa mattina, nel momento più intimo della giornata, quando faccio la mia colazione nella mia postazione preferita, né caldo né freddo, giornale a disposizione, nessuno che disturba se non il cagnolino che si lamenta con la sua padrona o il solito “noto” sicuro di sé, che passa con il suo cane “buonissimo” ma veramente spaventoso (mordimi che mi paghi nuova!). Ecco: in quel momento di sensibilità accentuata mi passa vicino un ragazzone moderno. Ha l’orecchio bucato con quegli anelli che ha dovuto sostituire sempre più grossi. E dire che sono qui, non in spiaggia a Riccione o a MiMa dove stai a guardare la folla che ti passa vicino certa di sorprenderti di qualche cosa, tu provinciale, loro gente da rotocalchi. Mi percorre un brivido di consapevolezza e meditazione. Ci vuole una determinazione peggio che fare un voto perpetuo. Peggio di quello che hanno fatto i frati di San Nicolò, obbedire e andare via dove li mandano, volontà superiore, superiore interesse. Per sempre con l’orecchio bucato o a penzoloni salvo farsi rifare il lobo. 

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