La bomba in luoghi noti e distrutti, In cornice

Era di questi tempi, ma in un altro periodo della vita. Le scuole erano finite: le mie scuole da professoressa. C’era solo da finire la collaborazione con la ditta di famiglia. Facevo di tutto, dallo stilismo alla ricerca dei bottoni alla Frasa, cerniere comprese, qualche stesa al taglio per le poche cose che si producevano, noi eravamo già in crisi prima dei tempi presenti. Ma la fretta era sempre presente, così, prima di andare a Ischia dove mi aspettava mia figlia già da tempo al sole con la zia Claudia, si dovevano finire le spedizioni. C’erano camicette da mettere in lavorazione per lasciarle al lavoro del gruppista durante il mese di agosto. Dunque vai a sollecitare il ricamo dei collettini. I collettini di piquet orlati di un piccolo smerlo, li faceva una signora, uno alla volta con la sua macchina da cucire e, antica e scomparsa abilità, siccome il numero era esiguo, non si era fatta la spesa per una catena che li ricamasse in serie sulle macchine con le testate multiple.

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