Quando i cibi venivano incontro, In cornice del 10 ottobre

Chi lo dice che non si cambia? Lui, dopo cinquant’anni di matrimonio, adesso e solo adesso, fa la spesa e lava i piatti. Sarà forse perché io non faccio più niente che è costretto. Lungi da ogni lamentela, da ogni pretesa di perfezione e correzione, ringrazio. Solo che la spesa la fa senza occhiali e, al giorno d’oggi, con tutte le cose che ci sono da guardare, evitare, scegliere, diventa un problema limitarsi a fare la spesa guardando solo le figure. Le figure sono ingannevoli. Il riso parboiled che si è accumulato nell’armadietto non mi piace così giallo e plasticoso, mi va bene, invece la scorta di prosciutti e di culatelli affettati, di filetti da somministrare a nipoti quasi vegetariani, mi vanno bene le scatolette di borlotti da fare in ogni modo quando lui dice facciamo… Anche la frutta in abbondanza viene comperata con attenzione dalla contadina e le castagne da fare lesse in questa stagione finché ce ne sono. Far la spesa è assicurarsi di essere seguiti nei propri gusti, si deve essere ispirati e i supermercati, oggi, aiutano a farsi prendere da ispirazioni. Si entra e tutto ti viene incontro, basta avere un buon passo e scorrere lungo le corsie, così passi davanti alle cose e le prendi. Diverso era per mia nonna. Alcune cose le venivano incontro. Per lo più sopra biciclette condotte da venditori ambulanti e regolarmente ricorrenti. 

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