Quando settembre era ancora vacanza, In cornice

Non basta, non basta la festa, non basta la vacanza. Forse per questo che la gente tende a raccontarle le vacanze, che siano appetibili, invidiabili oppure “famolo strano” come quelli che si sono fatti una cena a guardare negli occhi la Torre della Sagra. E quella avrà detto: ma chi siete voi che siete saliti fin qua? Che cosa volete? Neanche fosse tornato Canzio a tirare le corde della campana. Povera Sagra un poco stupefatta che non si sa rendere conto di quello che succede. Non basta mai, dicevo, e non so chi mi rimproverasse quando manifestavo le mie irrequietudini di insofferenza e ingordigia. Farselo bastare, quello che abbiamo, certo è un dono di saggezza, essere sempre vogliosi di festa è un dato di umanità autentica. Così, finite le scorte, anche se non è di ferie concesse dal datore di lavoro che si sente la mancanza, nascono fantasie. Ma non c’è più nessuno che mi invita, nessuno pronto a ospitarmi per una visita, o forse, solo, come mi diceva mia mamma, le amicizie vanno coltivate, innaffiate di attenzioni e di costanza, cosa che io, spesso, non ho saputo fare.

L'accesso è riservato agli Abbonati

Se sei già abbonato, accedi per vedere l'articolo completo

Accedi

Accesso completo al sito, più l'
abbonamento digitale annuale

Vi permette di accedere a tutti i contenuti web di VOCE.it e di ricevere la newsletter quotidiana VoceCittà con le notizie del giorno, Voce settimanale digitale e Voce mensile digitale di approfondimento, direttamente al vostro indirizzo mail. Costo Annuo 29€ Abbonati