Casa Tyneford, Interlinea

E’ il 1938. Hitler ha  appena dichiarato  l’Anschluss  dell’Austria alla Germania e  sono già iniziate le discriminazioni  nei confronti degli  ebrei. La famiglia Landau – il  padre Julian, scrittore; la madre  Anna, cantante; le figlie  Margot ed Elise – si prepara  a separarsi per non incorrere  nelle persecuzioni: all’inizio  del romanzo, i genitori sono  in attesa dei visti per l’America,  Margot sta per partire per  Berkeley ed Elise, spinta ad  emigrare dalla madre, mette  un’inserzione sul Times.  “Ebrea viennese, 19 anni, cerca  posizione come domestica.  Parla inglese fluidificato.  Cucinerò la vostra oca. Elise  Landau”. È questo il buffo  annuncio che però cattura  l’attenzione di Mr. Rivers di  Tyneford House, in Inghilterra.  Elise, cresciuta negli agi di  una famiglia borghese, parte  controvoglia, con la promessa  di un ricongiungimento con i  genitori nel Nuovo Continente,  una volta acquietatasi la  situazione. Giunta a Tyneford  House, la giovane si trova da  subito in difficoltà con una  lingua che non comprende  e a disagio sia con la servitù  sia con il padrone, il vedovo  Christopher Rivers il cui figlio  Kit, con il suo arrivo nella  tenuta, contribuirà a farla  sentire sempre più a proprio  agio. La guerra, tuttavia,  è pronta a chiedere il suo  tributo di sangue: il mondo  che Elise ha conosciuto è  sull’orlo di un cambiamento  epocale. Dopo il grande  successo dei Goldbaum,  Natasha Solomons torna con  Casa Tyneford (Neri Pozza,  413 pagine), una bellissima  storia alla quale fa da sfondo  la Seconda guerra mondiale.

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