Come d'aria, la lettura

I finalisti del Premio Strega

 

COME D’ARIA di Ada D’Adamo.           Edizioni Elliot 2022

 

“Sei Daria. Sei D’Aria. L’apostrofo ti trasforma in sostanza lieve e impalpabile. Nel tuo nome, un destino che non ti fa creatura terrena, perché mai hai conosciuto la forza di gravità che ti chiama alla terra. Gravità, che ogni nato conosce non appena viene al mondo.”

In questa storia che non è un romanzo, ma un racconto di vita vera, un memoir commovente e spesso spietato, Ada D’Adamo racconta della figlia Daria nata con una gravissima malformazione che le rende impossibile muoversi, parlare, stare seduta. Oloprosencefalia, questo è il nome della malattia della bambina, un nome che la madre non ha mai sentito neppure nominare, che subito non riesce a pronunciare bene, quando i medici le danno senza tante cerimonie la diagnosi. Non era emerso nulla dall’ecografia e dagli esami prenatali, nulla che facesse prevedere un minimo problema.

Non c’è pietismo nelle pagine di questo libro, neppure nella disperazione dei giorni e delle notti, nella solitudine che lentamente si impossessa di chi vive un’esperienza alienante come questa, nell’insensibilità di medici e strutture, nell’imbarazzo di parenti e amici che non sanno come comportarsi, cosa dire e cosa fare, e lentamente si eclissano.

In una lettera aperta a un quotidiano, Ada scriverà quelle parole che hanno scandalizzato i benpensanti, ma che esprimono in modo totale e terribilmente vero la sua condizione: “Anche se mi ha stravolto la vita, io adoro la mia meravigliosa figlia imperfetta. Ma se avessi potuto scegliere, quel giorno avrei scelto l’aborto terapeutico.”

Anche la scrittrice poi si ammala gravemente e la storia diventa la testimonianza di due patologie e di due lotte, quella di una madre e di una figlia che devono affrontare un destino da tragedia greca, inimmaginabile e spietatamente avverso. A tutto questo dolore  si intrecciano la relazione non facile con il padre della bambina, la gioia e l’impegno della professione della scrittrice, che si è occupata di teatro e di danza per anni e anni  e che ha amato il lavoro che si è scelta e che ha occupato i suoi giorni e dato forse sollievo ai suoi pensieri.

È un libro doloroso che colpisce parola dopo parola, che non lascia spazio alla compassione, che cattura per la forza che emana. La forza della sopravvivenza, finché questa è possibile.

Ada D’Adamo non ce l’ha fatta ed è mancata il 1 aprile di quest’anno. Daria fatta D’Aria, che lei ha amato in un modo totale e doloroso dal giorno in cui è nata nel novembre 2005 fino alla fine, non ha potuto salvarla, nonostante sia “una bambina magica”.