di Edith Wharton- Edizioni Elliot 2015

Estate

"Ero tormentata dal desiderio febbrile di creare. Incominciai a scrivere un romanzo breve, Estate, il più remoto possibile per tema e ambientazione delle scene intorno a me. Lo scrissi in uno stato di estrema gioia creativa.” Così scrive Edith Wharton nella sua biografia riguardo questo romanzo, pubblicato nel 1917 e subito considerato troppo spregiudicato dalla società puritana del tempo.

La storia è ambientata a North Dormer, un villaggio di campagna nel New England battuto dal sole e dal vento. Tutti sanno tutto quello che avviene nella piccola comunità e neppure un minimo movimento o pensiero o parola riesce a passare inosservato o a rimanere un segreto per più di qualche ora. Charity è una bella ragazza animata da una sottile ribellione e dalla speranza in un futuro diverso da quello che sta vivendo: è stata adottata da bambina in circostanze misteriose dall’avvocato Royall, rimasto presto vedovo, e conduce un’esistenza modesta e insignificante. Lavora come bibliotecaria in un vecchio edificio trascurato e polveroso e mette da parte i pochi dollari che guadagna per potersene andare dal paese. L’avvocato che l’ha presa con sé quand’era piccola, ora vorrebbe sposarla e reagisce male al rifiuto schifato della ragazza, che ha per se stessa ben altri progetti, anche se alquanto ingenui e confusi. All’inizio dell’estate Charity conosce il giovane architetto Lucius Harney, affascinante e gentile, che è ospite di una cugina perché deve fare uno studio approfondito sulle case antiche della zona. Fra i due, dopo passeggiate fra sentieri e vecchie dimore, dopo una festa del 4 luglio che sarà un evento importante per la vita della ragazza, nasce una storia d’amore che avrà la durata dei mesi estivi.

L’estate ha in questo romanzo una grande importanza e sembra quasi rappresentare l’ultima possibilità che viene offerta alla giovane protagonista di poter avere un futuro migliore, di riuscire a essere felice. Le descrizioni dei luoghi sono molto suggestive e ogni soffio di vento, ogni arbusto su un pendio prendono vita e sembrano legarsi alla storia. Edith Wharton riesce perfettamente a tradurre con le parole gli stati d’animo, la sofferenza, i sentimenti contraddittori. Come nel famosissimo romanzo L’età dell’innocenza aveva reso alla perfezione lo stile di vita, i modi di essere e di fare della borghesia newyorchese del tempo, qui vengono narrati i desideri che faticano ad avverarsi (e forse non lo faranno mai) di una ragazza di campagna dalla oscure origini che vorrebbe scappare in un luogo che forse esiste solo nei suoi sogni.

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