L'autrice di questo romanzo duro e poetico nello stesso tempo, è nata nell’Ontario e insegna inglese all’Okanagan College nella British Columbia: molti dei paesaggi, dei fitti boschi, della vita dei personaggi di questo libro rispecchiano il mondo della scrittrice, in uno scenario canadese vivido e affascinante. La storia è ambientata negli anni Settanta e ha inizio in un villaggio circondato da foreste in cui vivono bianchi e indiani: è una vita molto spartana, senza elettricità né acqua corrente. In questo posto lontano dal mondo, Maggie vive però un’infanzia felice con la sorella più grande Jenny e i genitori: il padre, un uomo molto legato alla famiglia e alle bambine, insegna alla piccola Maggie come scegliere il punto migliore e intrecciare i rami lasciando un’apertura per costruire un rifugio nella foresta, un posto sicuro che possa essere un riparo dalle intemperie e dalle minacce. Da qui il titolo del romanzo, The shelter nell’originale: la bambina che diventa grande fra lutti, amicizie, affetti, sogni, cercherà sempre di trovare i luoghi adatti e i materiali necessari per farsi dei ripari che la aiutino nelle circostanze difficili.
Oltre a un mondo che ci avvince con i suoi scenari veramente incredibili, con raggi di sole nel fitto degli alberi, pozze d’acqua limpida come un miracolo fra i sentieri, voci e profumi che si rincorrono fra il verde, nella neve, nei cieli ampi come mari calmi e inquieti, l’analisi psicologica delle due bambine fa di questo libro un vero romanzo di formazione. La scoperta dell’amore, l’angoscia data dalla morte del padre e dalla lontananza della madre, la forza dell’amicizia si mescolano ad antiche leggende indiane e agli insegnamenti che i genitori hanno dato alle figlie sin da piccole: fondamentalmente, è la natura il riparo più sicuro, perché il vero pericolo nella vita viene dagli uomini, mai dalla natura.
“Ogni tanto, durante la notte, il verso basso di un gufo mi svegliava. Si dice che i gufi siano messaggeri di morte, ma non ne rimasi turbata. Era un suono chiaro e rassicurante. Non mossi gli arti intorpiditi, ma lasciai che la pace del posto e il delicato respiro di mia madre e di mia sorella ai miei lati mi restituissero il sonno.”
Questa storia di crescita, tradotta dall’inglese da Elvira Grassi, è raccontata in uno stile scorrevole e mai noioso: la scrittrice mostra di avere il dono di una prosa accattivante e delicata, in cui le figure femminili emergono vive e combattive in un mondo spesso difficile e irto di tranelli.