La cartolina, la lettura

LA CARTOLINA di Anne Berest. Edizioni e/o 2022

La cartolina è arrivata nella nostra cassetta delle lettere insieme ai consueti biglietti di auguri natalizi. Non era firmata, l’autore aveva voluto restare anonimo. Da un lato c’era l’Opéra Garnier, dall’altro i nomi dei nonni e degli zii di mia madre morti ad Auschwitz nel 1942.

Nel Natale del 2003 la madre dell’adolescente Anne Berest riceve questa cartolina che è firmata con i nomi dei suoi nonni e dei suoi zii deportati e uccisi nel campo di concentramento perché ebrei: Ephraïm, Emma, Noemie, Jacques; è convinta che si tratti di uno scherzo di cattivo gusto e la mette in un cassetto senza pensarci più. Sedici anni dopo la scrittrice decide di indagare su chi può essere stato il mittente: chi può aver spedito un’immagine parigina vecchia di decenni firmandola con i nomi di quattro persone morte e, soprattutto, perché fare una cosa del genere?

Insistendo molto con la madre, che in un primo momento è restia a ripercorrere il passato di genitori, zii e nonni, inizia quindi la sua ricerca, che la porterà a riscoprire e ricostruire le vicende della sua famiglia d’origine che dalla Russia sarà costretta a spostarsi in Lettonia, poi in Palestina e alla fine in Francia. Attraverso lettere, fotografie, archivi, Anne ripercorre il matrimonio dei bisnonni Ephraïm ed Emma, i loro sogni, la loro incredibile operosità sempre ottimista, l’amore per la musica di lei, la passione scientifica e tecnica di lui e il suo desiderio di essere naturalizzato francese. Ritrova le vicende dei figli della coppia: Miryam, che è sua nonna, l’unica sopravvissuta, studentessa bravissima iscritta alla facoltà di Filosofia e che poi entrerà a far parte della Resistenza francese, Noemie, che voleva diventare scrittrice e amava Irène Némirovsky, e Jacques, poco portato per lo studio ma molto appassionato di botanica. 

Questa appassionata ricerca ha proprio l’impronta del giallo: Anne coinvolge parenti, amici e persino un detective e un esperto grafologo per trovare tutti gli indizi possibili che possano far risalire a chi ha spedito la cartolina con la firma di quattro persone morte.

Ma mentre cerca in tutti i modi di interrogare carte e immagini e ombre del passato, scopre molto anche di se stessa, del suo rapporto con la sorella e con la nonna e soprattutto cosa voglia dire e che significato abbia per lei essere ebrea. Non è stata cresciuta con una fede religiosa, non ha mai dato peso al fatto che la madre fosse di famiglia ebraica, non ha mai pensato che in Francia potesse essere ancora vivo un antisemitismo sotterraneo e strisciante e per la prima volta si trova a fare i conti con se stessa e con la società in cui vive.

Quella cartolina misteriosa arrivata in una freddissima e nevosa mattina del 2003 insieme agli auguri di Natale aprirà capitoli sconosciuti nella sua vita e una consapevolezza che si rivelerà a tratti inaspettatamente dolorosa.