Malinverno, la lettura

MALINVERNO  di Domenico Dara                         Feltrinelli 2020

 

Nato il 30 novembre del 1935, tre settimane dopo Alain Delon e il giorno prima di Woody Allen, Astolfo Malinverno vive a Timpanara, dove sorge la più antica cartiera della regione. Tutto il paese ha nomi tratti dalla letteratura, moda iniziata da quando gli operai hanno cominciato a leggere le pagine dei libri prima di gettarli al macero, salvando poi copie di romanzi, poemi, racconti e diffondendoli fra gli abitanti. Fra i Gulliver, Maupassà, Victougò, Valchiria e Desdemona, Astolfo cresce ricco di storie, e quando a Timpanara si decide di aprire una piccola biblioteca, viene offerto a lui l’incarico di bibliotecario. 

Alla fine degli anni Sessanta, Astolfo Malinverno è un uomo timido, gentile, lievemente claudicante, ferito dalla morte precoce della madre e poi da quella del padre e gestisce i suoi preziosi scaffali di libri, che provengono quasi tutti dalla cartiera, con perizia e passione. Un giorno però la sua vita viene sconvolta perché il Comune gli affida anche un altro incarico: deve infatti sostituire il guardiano del cimitero a causa del suo prematuro pensionamento. All’inizio sconvolto e avvilito all’idea di trascorrere metà delle sue giornate al camposanto, Malinverno comincerà a sentirsi legato a questo posto, soprattutto quando scoprirà la lapide senza nome e senza date di una donna che nella foto in bianco e nero gli appare bellissima e che per lui è il ritratto di Emma Bovary. Chiamerà Emma questa sconosciuta, che diventerà per lui quasi un’ossessione, fino a quando, un mattino…

Il fascino di questo bel libro, ambientato fra le tombe di un piccolo cimitero, i libri di una piccola biblioteca e le storie felici e tristi di un piccolo paese, è nella magia che cattura subito il lettore, trasportato immediatamente fra queste vicende che sono quotidiane come i funerali, gli amori, i tradimenti, ma nello stesso tempo vivono del respiro immortale dei grandi romanzi, delle grandi storie che sono state create dalla mente e dal cuore di scrittori e poeti attraverso i secoli. Perché, come dice Malinverno, la nostra vera vita è avvenuta nell’ intimità dei nostri pensieri, ed è sconosciuta agli altri e a tutto l’universo, fino a quando qualcuno non ha provato a metterne frammenti sulle pagine.

“Che noi non siamo quello che abbiamo vissuto: siamo quello che abbiamo pensato, immaginato, sperato, desiderato, dimenticato. Che l’universo mai saprà ciò che davvero è stata la nostra esistenza silenziosa e clandestina, nessuno mai conoscerà i nostri amori immaginati, le nostre centinaia di vite racchiuse negli infiniti universi di un neurone.”

Domenico Dara, scrittore che una decina di anni fa è stato finalista al Premio Calvino, ha creato in questo libro un piccolo universo di storie reali, vagamente magiche e a tratti molto commoventi, un universo in cui la letteratura ha il grande potere di cambiare la vita, di far innamorare, di sconfiggere persino la morte.