Lettera di un lettore: ''I padroni del centro storico''

Dal lettore Saverio Catellani, riceviamo e pubblichiamo.

«Ci sono quattro persone che da via Matteotti svoltano su via Aldrovandi. Una donna dall’accento meridionale spinge una carrozzina in mezza strada, costretta a farlo a causa dei cantieri e dei marciapiedi ridotti all’osso. Chiede al marito: “siamo in zona pedonale, vero?”. Lui nota piazza Garibaldi in fondo alla via e risponde: “ma sì, senz’altro”. Invece, no. Quello che in altre città delle nostre dimensioni (probabilmente anche al Sud), sarebbe “senz’altro” zona pedonale o almeno ZTL, a Carpi è una via carrozzabile. Finalmente anche l’Amministrazione di Carpi se ne è accorta (dopo i fasti degli Anni Ottanta che avevano portato alla pedonalizzazione di piazza Martiri, corso Alberto Pio e piazza Garibaldi) e la Giunta ha ideato un ambizioso progetto per trasformare nel giro di 5 anni il centro storico, compreso all’interno delle vecchie mura, in Zona a Traffico Limitato. Un disegno che il mese scorso ha illustrato in quattro sedute aperte al pubblico agli stakeholders (portatori di interessi, ndr) del centro».

 

«La presentazione ha avuto l’indubbio demerito di spiegare le cose con termini inglesi a chi non conosce nemmeno l’italiano, ma la risposta del pubblico in sala, composto da residenti, commercianti e ristoratori è stata da commedia all’italiana. Tre categorie l’un contro l’altra armate (e tutte unite contro il progetto): i residenti contro i ristoratori perché gli avventori facevano casino di notte; i ristoratori contro i negozianti perché i posti auto toglievano spazio ai dehors; i negozianti contro i residenti perché pretendevano per sè i posti auto invece di lasciarli liberi per i clienti e poi, mano a mano che la serata procedeva, si invertivano e si mescolavano le parti fino al degno epilogo: l’esercente che a inizio serata si lamentava con l’Assessore perché “venite qui con un piano già fatto” e alla fine si lamentava dell’opposto, perché “venite qui senza avere un piano”. Qualche giorno dopo poi, dopo aver fiutato l’aria che tirava, era arrivato pure il comunicato stampa delle Associazioni di categoria a lisciare il pelo ai più scalmanati con toni da far concorrenza agli ambulanti, quando reclamavano per sè, per diritto divino, piazza Martiri ogni giovedì e sabato, sole o pioggia, estate o inverno».

«Ovviamente, esistono tanti in centro (e non solo) che sarebbero ben contenti della nuova ZTL, ma preferiscono non esporsi per non essere presi di mira dai facinorosi “no-ZTL” e lasciano che la grana se la sbrighi l’Amministrazione. Perché il problema alla fine è tutto qua: c’è qualcuno che si sente il padrone del centro storico e batte i pugni sui social, mentre il centro storico appartiene a tutta la città e il fatto che uno abiti a Cibeno o lavori a Modena, non significa che non debba aver voce in capitolo sullo sviluppo del cuore della città, la vera anima di una comunità. A mio avviso, la domanda importante da fare all’Assessore non era “navetta sì, navetta no, parcheggio fantasma?” (facendo il verso a una canzone di Elio), bensì: “come volete riqualificare il centro dopo averlo reso ZTL?” Perché è talmente ovvio e di buon senso che tutto il centro storico debba diventare ZTL che non è nemmeno una questione da discutere. Chi è ancora convinto di abitare in un borgo di mezzadri e braccianti, perduto nella nebbia della Valpadana, deve rendersi conto che invece siamo una città di 70.000 abitanti con un traffico insensatamente congestionato e legittime aspirazioni a liberarcene. E se qualche residente o esercente del centro è privo di ambizioni che vadano al di là del posto auto sotto casa o davanti al negozio, ce ne sono tanti altri che invece hanno voglia di innovazione e che guardano alla vivacità delle città vicine (come Mantova, che di abitanti ne ha pure meno di noi) che nella ZTL hanno il motore del loro sviluppo commerciale, culturale e turistico. Dunque, le vere domande non c’entrano nulla su quanta strada a piedi devo fare dopo aver parcheggiato, se cinque, dieci o quindici minuti, come se per qualche misteriosa malattia fossimo diventati tutti incapaci di camminare o ci fosse l’obbligo di legge di avere sempre il sedile dell’auto incollato sotto le terga, bensì: “Che tipo di nuova illuminazione avete in mente nell’area ZTL? La zona tra via Duomo e piazzale Bertesi dietro il Cupolone, può diventare un nuovo salotto per l’area nord? Quale arredo urbano pensate per via Paolo Guaitoli, il “cannocchiale” che punta all’orologio? Si può creare un itinerario culturale per riscoprire nomi e tradizioni di certe vie del centro (come la Festa d’la Tiradora, per esempio)?”. Se invece la lungimiranza della gente si riduce a: “sì vabbè, ma io la macchina dove la parcheggio?” e a sospirare di nostalgia ricordando piazza Martiri piena di auto nel 1977, allora è giusto che Carpi segua il suo declino e muoia».

Saverio Catellani – Carpi