Un Papa rivoluzionario e profetico, che ha capovolto la piramide. E’ ciò che emerge dal discorso che Papa Francesco ha pronunciato in ricordo del 50esimo anniversario dell’istituzione del Sinodo dei Vescovi. Francesco vuole una Chiesa “sinodale’’ uscita dal Concilio e il Sinodo dei Vescovi è la logica conseguenza; e che valorizzi di più il contributo del Popolo di Dio e la partecipazione dei Vescovi anche attraverso una “salutare decentralizzazione’’. Francesco ha spiegato l’importanza del Popolo di Dio e del suo “fiuto per discernere le nuove strade che il Signore dischiude alla Chiesa”. Proprio il Concilio aveva riconosciuto ufficialmente il laicato, nel suo valore e si era reso cosciente del significato del battesimo in coerenza con il quale agire nel mondo e nella chiesa in base alle proprie dirette responsabilità senza il bisogno di deleghe della gerarchia, riconoscendo la pari dignità fra tutti i battezzati dal più umile al Vescovo di Roma. Continua il Papa: “Sono persuaso che in una Chiesa sinodale anche l’esercizio del primato petrino potrà ricevere maggiore luce. Il Papa non sta, da solo, al di sopra della Chiesa; ma dentro di essa come battezzato tra i battezzati e dentro il collegio episcopale come Vescovo tra i Vescovi, chiamato al contempo, come successore dell’apostolo Pietro, a guidare la Chiesa di Roma che presiede nell’amore tutte le Chiese’’. E’ in questo senso del resto che il Vescovo di Roma, il Papa si qualifica servus servorum dei. La supervalutazione del magistero è stata realmente colpita dalla riaffermazione conciliare e oggi di Papa Francesco, che anche la gerarchia è subordinata alla Parola di Dio (come dice da Dei Verbum) e che quindi non può predicare quello che vuole se non è sostenuta dalla Sacra Scrittura correttamente interpretata. Chi è contro il Papa è preconciliare con la vecchia concezione gerarchico-piramidale centralizzata, contro la novità di una Chiesa e di un Popolo di Dio sinodale e in comunione. Solo la visione profetica dei Vangeli ha un’apertura al presente e al futuro sempre capace di tener conto dello sviluppo della storia umana. Il Vangelo come afferma De Riccabona, “…non è una ideologia, ma un annuncio profetico. Come annuncio profetico le affermazioni di Gesù vanno interpretate come tali. Ad esempio, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli oppure l’uomo non separi ciò che Dio ha unito oppure amatevi gli uni gli altri come io vi ho amati. Queste affermazioni non sono delle leggi come noi le intendiamo; sono imperativi profetici che ammettono una realizzazione progressiva e anche indefinita nel tempo, posto che alla perfezione di Dio noi non potremo mai attingere. E’ l’orientamento di fondo che nelle indicazioni evangeliche è contenuto e prospettato quello si che può guidare la vita senza presumere di realizzarla totalmente e sempre. E’ questa – conclude De Riccabona – la linea profetica che ispira e unifica tutta la proposta cristiana autentica e spinge l’umanità sempre oltre”. Papa Bergoglio ha anche richiamato, come aveva fatto nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium, come il Popolo di Dio sia santo…fedele. Il sensus fidei impedisce di separare rigidamente tra Ecclesia docens ed Ecclesia discens, giacchè anche il Gregge possiede un proprio “fiuto” per discernere le nuove strade che il Signore dischiude alla Chiesa. E’ davvero un messaggio programmatico a breve e lungo tempo, con la certezza che si riuscirà a realizzarlo. E gli attacchi non mancano: da ultimo la diffusione della notizia di una malattia del Papa, per indebolire il Pontefice. Questi sono i metodi vergognosi e infami di persone irresponsabili. Nessuno potrà impedire il “soffio dello Spirito santo” sulla Chiesa e sul Popolo di Dio, portatore di belle novità.
29 Ottobre 2015
Il fiuto di Bergoglio per le nuove strade della Chiesa
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