Il Padre è nostro perché è di tutti

Domenica scorsa, nel Vangelo, veniva riportato di quando Gesù ha insegnato a pregare. Il Padre nostro. Mi ha sempre colpito il Padre Nostro, unica preghiera scritta nei Vangeli. Il Signore non ha detto “...quando pregate dite Padre mio, Padre tuo o Padre suo”, ma ha detto Padre Nostro, cioè di tutti gli uomini e donne, bianchi, neri, gialli, poveri o ricchi, immigrati e residenti, di tutti. E questo avrebbe dovuto chiarire il senso della fratellanza, perchè abbiamo un solo Padre. Non si capisce allora, chi semina razzismo e odio, non so quale Vangelo abbia letto, a quale corona del Rosario sia e quale Madonna invochi chi sulle piazze branisce questi argomenti che non appartengono certo all’insegnamento di Gesù. La risposta all’amore di Dio è nel prossimo. Se ti chiudi in te stesso, se badi a te stesso e basta non percepirai la ricchezza delle persone e delle cose che ti circolano e sperimenterai soltanto indifferenza, insensibilità, freddezza. L’affermazione di sé come unico valore a cui dedicare le proprie fatiche e le proprie aspirazioni chiude l’orizzonte dell’amore e alla fine lascia in eredità una grande solitudine. Si deve ricordare che sono rifiorite teorie su cui si basano partiti politici nel nostro Paese e secondo le quali i rapporti umani si costituiscono solo in vista di un nemico o anche creando un nemico della libertà umana. “L’inferno sono gli altri”, insomma: e così rinasce la tentazione di tornare al “capo carismatico”, all’“unto del Signore” che cala dall’alto la verità (false verità) e che tiene insieme la comunità, eliminando quella prossimità che porta linfa alla vita democratica di un popolo. 

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