Non ci sono differenze fra chi sta dalla parte degli umili

Talvolta nelle discussioni sorgono dei dubbi fra credenti e non credenti in ordine alla linea che li separa o non li separa, pensando agli atteggiamenti che li distinguono o non in ordine alla salvezza del loro e del nostro vivere. Un criterio di fondo convincente e pacificante sta quanto sentito in un'omelia, secondo la quale ''...non ci sono distinzioni fra laici e credenti, fra uomini e donne che stanno dalla parte degli ultimi, degli oppressi, degli emarginati e uomini e donne che stanno dalla parte di chi opprime o di chi è indifferente''. Prevale in ogni caso il primato della coscienza, ribadito fortemente dal Concilio Vaticano II, che ci fa liberi e responsabili nelle scelte di vita piccole e grandi. (segue)

Questo ci permette anche di convivere in una realtà istituzionale del tempo storico che talora non ci piace cosi come è attualmente e vorremmo cambiare, sopratutto di fronte all'incompetenza e al degrado morale, di violenza e di guerre, immediatamente, da un giorno all'altro. Di qui il discorso spirituale che accetta il limite del reale pur impegnandosi a cambiare positivamente ciò che è modificabile per renderlo più coerente con il Vangelo. Contestualmente pensiamo a cambiare noi stessi nell'interiorità della nostra vita nella comunione con il Signore che sappiamo presente con noi se ci fidiamo di Lui, della sua parola. Il Signore disse a San Paolo: ''Non aver paura...perché Io sono con te'' (At.18,9 10). Nel Vangelo è molto chiaro chi è legato al passato con la paura di perdere privilegi e chi vuole il confronto con la cultura dell'uomo di oggi. Prima viene la norma, poi la vita, prima viene la regola, poi l'uomo; le persone, la storia, la novità di Dio. Nel nostro tempo si è passati, infatti, dall'etica dell'obbedienza all'etica della responsabilità e dall'etica della norma per tutti all'uomo moderno che non ne vuole sapere e vuole essere partecipe in prima persona dell'elaborazione di un'etica in cui  è coinvolta l'intera sua esistenza, la sua storia unica e irripetibile, non mai traducibile in schemi secolari ripetuti meccanicamente, L'uomo d'oggi – osserva Haring in ''E' tutto in gioco'' – è ormai ''...liberato dal fascino delle leggi imposte'', che non gli lasciano a disposizione ''...energie creative per un'azione costruttiva, liberante e sanante''. (segue)

Egli è ormai “...libero dall'angoscia paralizzante per la propria salvezza'' e puo' rivendicare una responsabilità condivisa dentro la comunità dove vive. Anche in questo contesto mi piace sempre ricordare la frase folgorante di don Primo Mazzolari: '' Occore dar potere alla coscienza, dopo aver dato per tanti secoli coscienza al potere''. E meno male che è arrivato Papa Francesco, con il messaggio dirompente del suo pontificato, che ha capito benissimo e, nonostante gli attacchi ''sciagurati'' dei conservatori, va avanti per portare il Popolo di Dio all'essenza del Vangelo, alla Chiesa accoglie tutti. Dio perdona sempre, con il pentimento, secondo l'immagine della parabola del Figliol Prodigo... Quando il Padre lo attende e scruta la via è lì che comincia la grazia di Dio del perdono. Nella bellissima intervista rilasciata a Fabio Fazio, ha risposto a tutto con parole che sono arrivate al cuore, con il finale splendido ''Pregate per me...non contro''.