Domenica è Pasqua, per tutti i Cristiani la Festa più importante dell’anno, la vittoria sulla morte con la resurrezione del Signore. Il mistero della croce, come realtà che esprime in sé il dolore del mondo, è certo al cuore del messaggio cristiano anche se sostanzialmente rimane mistero. Nella settimana santa che precede la Pasqua abbiamo ricordato il cammino di passione del Signore: certo, si era scelto bene gli Apostoli, uno l’ha tradito per denaro, l’altro l’ha tradito per paura, gli altri sono spariti e hanno lasciato solo Gesù.
Se solo pensassimo un attimo a questo, a come si sarà sentito il Signore abbandonato dagli amici più cari, viene da rabbrividire. Questo deve fare riflettere sulle debolezze di noi uomini. Ma rimane splendida la luce della Resurrezione. Cristo ha vinto la morte, questa è la nostra speranza. Nella nostra esistenza quotidiana noi facciamo molte esperienze di morte e di resurrezione. Non occorre riferirsi alla grande morte finale e alla grande resurrezione, ma a quell’esperienza di morire e di risorgere che in qualche modo attraversa come un filo tutta la vita.
Quante volte noi moriamo nel sentimento, nell’intelligenza, nell’affetto. E tutte le volte noi ‘’dobbiamo’’ risorgere, per ritessere legami, per progettare nuove forme di vita, di convivenza, di libertà e di giustizia condivise, per non accettare che tutto si dissolva, diventi sterile e scompaia definitivamente.
E’ per questo che il messaggio della Pasqua è l’annuncio più umano del Cristianesimo, più difficile a capirsi. Ogni volta ci ricorda che Dio ha fatto qualcosa, lui personalmente, e la sua azione non ha solo sfiorato il cuore di ogni uomo. Dio ha resuscitato il suo Figlio, ha vivificato la carne, ha vinto la morte. Gesù appartiene per così dire, alla terra, proprio perché è morto e nella morte egli è diventato il cuore di Dio nel cuore dell’universo.
Noi, perciò, figli di questa terra, dobbiamo amarla, anche là dove è spaventosa, affollata di uomini che predicano il razzismo e praticano la corruzione e vanno nelle trasmissioni televisive a darsi una maschera telegenica accattivante, ma nell’animo e nei progetti sono marci e pieni di egoismo.
Speravano che certe idee fossero morte e sepolte, invece riemergono con altre facce. Bisogna stare attenti e vegliare. La Resurrezione è il trionfo della fedeltà del Padre che non ha abbandonato Gesù alla morte e di Gesù che non ha abbandonato i discepoli nella disperazione, è unicamente la fedeltà di Dio che mantiene aperta per tutti coloro, donne uomini di buona volontà di ogni tempo, che accettano di tenere aperta la porta della speranza più azzardata.