Confini Metacarpi 18 ottobre

Si può essere identitari, cultori delle tradizioni  e della propria comunità, senza per questo diventare  respingenti e aggressivi verso chi arriva  da fuori. E’ l’insegnamento che proviene dal voto in  Baviera e dall’ascesa di Katharina Schulze che ha fermato  l’ondata sovranista capace solo di erigere muri e  alimentare paure. Ora, senza ricadere nel consueto vizio  della sinistra nostrana, sempre pronta ad adottare come  modello il leader progressista straniero di turno, non  avendone di propri, vale la pena cogliere questo aspetto  della vittoria dei Verdi tedeschi. La sovranazionalità,  la delega eccessiva ad autorità transnazionali fino agli  entusiasmi neoliberisti per la globalizzazione sono diventati,  insieme, uno dei connotati principali del fronte  riformista e una delle ragioni delle sue ripetute sconfitte  a opera di un “popolo” impaurito e senza riferimenti.  I confini, le comunità, i territori hanno una propria  distinta fisionomia e l’Europa dovrebbe somigliare a un  insieme di “anelli orizzontali”, piuttosto che a un’unica  “piramide verticale” (Jan Zielonka). La resistenza al presunto  “cambiamento” può incominciare da qui.  

L'accesso è riservato agli Abbonati

Se sei già abbonato, accedi per vedere l'articolo completo

Accedi

Accesso completo al sito, più l'
abbonamento digitale annuale

Vi permette di accedere a tutti i contenuti web di VOCE.it e di ricevere la newsletter quotidiana VoceCittà con le notizie del giorno, Voce settimanale digitale e Voce mensile digitale di approfondimento, direttamente al vostro indirizzo mail. Costo Annuo 29€ Abbonati