In anni molto politici, i Settanta, la kappa acuminata del dramma teatrale “La kugnisioun d’Edo” (ma anche dei versi di “Oh, Kerp”, “Skarpoun” e altri) opera del poeta dialettale Loris Guerzoni irruppe a scompaginare le rotonde architetture del dialetto di città. Quel racconto ambientato al tempo della guerra di liberazione, fra le durezze di una vita contadina fatta di sangue e amori, crudezze e facezie, sole e gelo, fuoco e pietra, affidato alla recitazione della compagnia del Granisel, si contrappose alle commedie brillanti di interno borghese nel repertorio di un’altra compagine dialettale: la Vintarola. Due lingue, due compagnie dialettali per dire di due città culturalmente e ideologicamente contrapposte. Oggi, mentre il dialetto dolce della città moderata si sdilinquisce tutt’al più nel Poetar Padano, quello duro e con la kappa della campagna sovversiva e del suo grande cantore prova a rientrare in scena. Quarant’anni fa poteva essere una metafora politica. Ora suona tutto come ricomposto in una Carpi invecchiata e nostalgica, dentro un’Italia che non esiste più.
31 Ottobre 2018
Kappa Metacarpi del 1 novembre 2018
L'accesso è riservato agli Abbonati
Se sei già abbonato, accedi per vedere l'articolo completo
AccediAccesso completo al sito, più l'
abbonamento digitale annuale
Vi permette di accedere a tutti i contenuti web di VOCE.it e di ricevere la newsletter quotidiana VoceCittà con le notizie del giorno, Voce settimanale digitale e Voce mensile digitale di approfondimento, direttamente al vostro indirizzo mail.
Costo Annuo 29€
Abbonati