Progetti, Metacarpi del 8 novembre 2018

Tira un’aria più imprenditoriale e meno ecumenica, nelle linee di intervento per il 2019 presentate in questi giorni dalla Fondazione Cassa Carpi. Soprattutto per due aspetti. Uno è il preciso atto d’accusa a Comuni e Ausl di presentare progetti sui quali l’Ente è chiamato a stanziare cifre cospicue che poi non si possono spendere per il ritardo delle opere. La cifra stanziata e non liquidata al settembre 2018, per dire, supera i 5 milioni. L’altro è il tocco di concretezza e pragmatismo che si coglie nel sollecitare il territorio a una “progettualità di maggior impatto”. Smettendola, resta sottinteso, con le aspettative da bancomat che ruotano intorno all’Ente e che tante risorse hanno disperso fra i mille rivoli di spese perfettamente inutili. Occorre guardare con molta serietà a come Carpi potrà tornare a produrre reddito, concentrandovi ogni sforzo possibile. Su questo la Fondazione sa di poter svolgere un ruolo fondamentale. Perfino giacobino e dirigistico, se occorre, verso una comunità esangue, dove chi è chiamato a costruirli, i progetti, sembra distratto e pensare ad altro.

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