Astrazioni, Metacarpi del 3 dicembre

La notizia di Carpi futura sede di un corso di  laurea in Ingegneria è stata accolta per lo più  con favore dalla città. Non sono mancate, tuttavia,  note di scetticismo. E neppure le consuete critiche  di quelli che “...con quei soldi si poteva”: e via con  famiglie da aiutare, strade da asfaltare, lampioni da  sostituire, videocamere da installare, alberi da piantare,  parchi da ripulire. Quelli, insomma, che perfino il  sentire e il pensare li vorrebbero piegati al “qui e ora”,  e i benché minimi segnali di futuro e astrazione sono  tempo perso. E qui serve un racconto. Abbiamo avuto  occasione in questi giorni, di sentirci con un ultranovantenne  carpigianissimo, nato in Nicolò Biondo e da  ragazzo aiutante campanaro nella Torre della Sagra,  docente di Educazione tecnica per quarant’anni al  Vallauri. Ci è venuto da chiedergli: “Professore, perché  con una tradizione meccanica e uno sviluppo tessile  così sviluppati, a Carpi non è mai nata un’industria  meccanotessile, al punto da diventare tributari di  Germania e Giappone?”. E lui, senza pensarci un attimo:  “Perché non avevamo gli insegnanti”. 

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