All’approvazione alla Camera della riforma sull’autonomia differenziata, si è vista la parte di destra dell’emiciclo sventolare le colorite bandiere dei territori mentre sui banchi di sinistra compariva una marea di tricolori. Era davvero strana l’inversione delle parti, per cui i patrioti sono diventati regionalisti spinti e i fautori del regionalismo si sono trasformati in patrioti. Ma era la varietà di quelle bandiere regionali contrapposte all’unica nazionale che colpiva. Con la rosa camuna lombarda, il Leone di San Marco, il drappo della Savoia per il Piemonte e una quantità di croci di Malta, aquile e falchi stilizzati, incluso il Gallo della Romagna. Era come se, spazzati via il Risorgimento e 163 anni di storia unitaria, i mai repressi umori localistici e provinciali che scorrono nel fondo del Paese, sgorgassero finalmente liberi nella loro allegra e spensierata anarchia. Rivelando che, al fondo, questo siamo: fino al limite di una bandiera ciascuno, a testimonianza della nostra insopprimibile ingovernabilità.
21 Giugno 2024
Bandiere, Metacarpi del 21 giugno
METACARPI DI FLORIO MAGNANINI
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