Un bello spirito locale che alterna sul proprio profilo social pregevoli previsioni scientifiche sul Covid invariabilmente virate all’ottimismo con analisi dell’attualità politica, ha liquidato la crisi di governo asse-gnando a Mario Draghi le seguenti colpe: aumento dei costi energetici e delle materie prime; spread rad-doppiato; conflittualità sulle dosi antipandemia; erosione dei risparmi; mancata previsione delle truffe sui bonus; blocco dei cantieri e rottura della catena edilizia. A completare la visione esemplarmente populista che alterna il miraggio di un risolutore globale (uomo forte o Masaniello che sia) alla ricerca di un colpevole universale da additare come bersa-glio, mancherebbero la siccità (non piove governo ladro), l’aggressione all’Ucraina, il cedimento del ghiac-ciaio della Marmolada, lo sciogli-mento dell’Artico e la cottura del motore Ferrari all’ultimo Grand Prix. Come si vede, la ricetta per una bella campagna elettorale di falsificazioni, dura e pura a difesa del popolo e contro le élite è pronta. Ora bisogna solo darla a bere.
23 Luglio 2022
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