Boss, Metacarpi del 2 ottobre

Ha colpito, nei giorni scorsi, il diverso trattamento riservato all'episodio del Pakistano preso a pugni e schiaffi nei pressi del Caffè Centrale da una famigliola definita dalle cronache di “campani”, rispetto all'aggressione subita da un ventunenne in corso Fanti da due coetanei stranieri. Il secondo ha sollevato immediatamente un'ondata di dichiarazioni invariabilmente orientate a evocare uno stato generale di insicurezza e degrado in città. Sul primo, invece, nessuna reazione o quasi. Non vogliamo tornare a parlare, qui, degli scontri fra adolescenti per futili motivi, propri di tutte le generazioni, dal dopoguerra a oggi. E neppure di reazioni diverse, a seconda che gli aggressori siano italiani o stranieri. Vale la pena, piuttosto, richiamare l'attenzione su quella frase – “Diventeremo i boss di Carpi” – che, secondo alcune testimonianze raccolte dal Carlino, i due figli di 16 e 17 anni avrebbero gridato mentre davano man forte al padre 51enne nel picchiare il Pakistano.

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