Ha destato una certa sorpresa, in città, la scelta di Brunetto Salvarani, teologo biblista considerato fra i maggiori esperti di dialogo ecumenico e interreligioso, di approdare a una lista di candidati per il Consiglio di Amministrazione della Fondazione CR Carpi diversa da quella sostenuta da monsignor Gildo Manicardi. Sorpresa ingiustificata, verrebbe da aggiungere. E spieghiamo il perché. Anche il Vicario generale è un qualificato studioso di Teologia: fra i tanti incarichi ha ricoperto infatti quello di Vice direttore della Rivista biblica e ha scritto diversi testi esegetici dei Vangeli, ultimo dei quali uno dedicato al Discorso del Monte nel Vangelo secondo Matteo. Il primo è stato segretario dell'Associazione teologica italiana (Ati); il secondo ha fatto parte della presidenza dell'Associazione biblica italiana (Abi). Ecco: immaginare che due siffatte eccellenze negli studi teologici possano convivere dentro o nei pressi di una medesima lista lanciata alla conquista di palazzo Brusati, sarebbe come ammettere che per contenere Salvarani e Manicardi basti un solo Dio.
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