Dibattiti, rubrica Metacarpi su Voce digitale del 14 aprile

Quando un Consiglio comunale arriva a dibattere su rinvii a leggi nazionali scambiati per lacune; o sul significato di un termine; o dello spessore della pedana di un dehors, uno potrebbe chiedersi: ma a che cosa servono le commissioni consiliari dove i quesiti tecnici, i dettagli dovrebbero essere chiariti dagli apparati, lasciando al civico consesso il confronto politico di indirizzo? Ve lo diciamo noi: servono a lasciarli tutti lì, i dubbi e i quesiti, e a portarseli a casa ben custoditi, per sfoderarli alla grande nell'aula come segni distintivi del proprio schieramento, della propria competenza e capacità di entrare nel merito, confidando nell'amplificazione che poi riceveranno sui media. Ma è una pura illusione ottica. Questo modo di accapigliarsi sul nulla, di attaccarsi a pretesti per dimostrare la propria esistenza anche a costo di apparire più affezionati alla propria parte che al tutto della comunità, dovrebbe ogni tanto cimentarsi con i dati di fatto. Erano 13 i Carpigiani che l'altra sera hanno seguito l'“appassionante” e spettacolare litigata sui dehors. Si presume, familiari compresi.