Draghi, Metacarpi di Voce mese del 30 settembre

Ma allora dov'è finita tutta la stima per l'uomo più

rappresentativo del Paese, più stimato all'estero, capace di portarci fuori dall'epidemia e di impostare il futuro dell'Italia secondo le scansioni richieste dai miliardi dell'Europa? Dov'è finito il rimpianto dei ceti produttivi che si sentivano garantiti dalla personalità italiana più prestigiosa? Il voto del 25 settembre ha premiato chi ha avuto un ruolo di primo piano nel farlo cadere (Conte e i 5Stelle) e chi gli si è sempre opposto (Meloni e Fratelli d'Italia). Ha funzionato la teoria complottista del banchiere prono ai voleri delle grandi concentrazioni finanziarie quanto sbeffeggiato come “il migliore”? Si direbbe piuttosto che, sotto l'incalzare di una drammatica crisi economica produttrice di diseguaglianze, gli Italiani abbiano riversato ancora una volta i loro consensi su chi, non avendo governato o avendo preso le distanze, si è ripulito di ogni colpa. E ora tutti a sperare in un nuovo slancio miracolistico che finirà come gli altri. Sempre che ce lo lascino dire.