Fascismi, Metacarpi del 30 aprile

“Ma perché siamo ancora fascisti?”, si chiede Francesco Filippi nel titolo del suo ultimo libro. E rovista nella Storia per risalire alle cause di quello che definisce “un conto rimasto aperto”. Ma le ragioni di quel conto sarebbe più utile cercarle in alcuni tratti di cultura e psicologia collettive. Gli stessi per i quali, la Verità e Libero urlano in questi giorni “perdonano gli assassini e condannano chi si difende”, con riferimento alla cattura degli ex terroristi in Francia e al gioielliere di Cuneo che ha ucciso un rapinatore. Assecondando l’istinto di chi vorrebbe vedere immediatamente impiccati gli arrestati di Parigi (figurarsi ora che li hanno lasciati in libertà provvisoria) ed è disposto a derubricare come legittima difesa l’uccisione di un uomo, senza nemmeno lo scrupolo di un approfondimento. Esiste un confine tra un sistema di regole e le azioni dettate dall’istinto. Di qua c’è la convivenza civile, di là la sopraffazione; di qua lo Stato di diritto, di là il fascismo: quello con la minuscola, non sgonfiato dalla Storia, ma sempre vivo e pimpante nella cultura.