Giostrine, Metacarpi su Voce digitale del 24 marzo

Stanno mettendo più piante, al Parco della Cappuccina, di quante ne prevedesse il progetto originario. Ed è una risposta a diverse, giuste sollecitazioni, giunte a esprimere nostalgia per un bosco che qui peraltro non è mai esistito. Al di là poi dell'impazienza per le fioriture, non si comprende invece la critica di chi collega necessariamente la presenza di un'area verde alla dotazione di giostrine, giochi vari, fontanelle e panchine, peraltro presenti in abbondanza nel vicino Parco della Resistenza. Evidentemente per molti a Carpi, risulta impossibile pensare a un parco anche come a uno spazio semplicemente “sentito” come diverso. Dove il perimetro di due strade trafficate lascia vedere le auto, ma ne confina il rumore sullo sfondo, mentre l'occhio si allarga su un piccolo orizzonte, magari troppo piccolo, ma che restituisce pur sempre un senso di riposante libertà. E' una sensazione che si coglie nei parchi delle grandi metropoli, un rifugio, un appartarsi, un restituirsi a movimenti liberi. A volte, insomma, per capire uno spazio, servirebbe anche sapersi ascoltare. E che ogni tanto piova.