Gol, rubrica Metacarpi su Voce dell'8 ottobre

La rivelazione fatta dal settimanale l'Espresso che il tecnico della Nazionale di calcio, Roberto Mancini, e il capo delegazione degli Azzurri Gianluca Vialli, suo amico e compagno ai tempi della Sampdoria, compaiono nei Pandora Papers per le società da loro create nelle Virgin Islands per gestire le rispettive ricchezze off-shore è di quelle che un tantino turbano. Sarebbe ipocrita fare finta di nulla. Non fosse che per quell'ondata emotiva che al tempo degli Europei, appena tre mesi fa, suscitò in tutto il Paese lo scatto fotografico del loro abbraccio dopo la vittoria di Wembley. Un'immagine nella quale, date anche le note e dolorose vicende sanitarie di Vialli, si mescolavano una commossa adesione al bellissimo inno all'amicizia che promanava e uno sconfinato orgoglio sportivo tutto italiano. Per farla breve, ci siamo ritrovati tutti, in quel gesto: come singoli e come Nazione. Si è visto però che le belle favole, anche a volerci credere da adulti, non reggono. Restano solo disillusione e disincanto: dopo di che immalinconirsi e diventare cinici è un attimo.