Guerra

Chissà, vien da chiedersi, se poco prima dell'ultimo conflitto mondiale la gente, nella propria quotidianità avvertiva lo stesso, cupo frastuono che, trasferito all'oggi, proviene dall'Ucraina. E se ci finirono dentro, a quel frastuono in procinto di diventare guerra reale, con la stessa, inconsapevole noncuranza nella quale stiamo tranquillamente vivendo noi. Oggi, a differenza di allora, non c'è traccia di volontà di trattative e accordi: neppure illusori, come furono gli accordi di Monaco del settembre 1938. Nessuno ci lavora e un gigantesco automatismo sembra portare in quella nefasta direzione generazioni che, figlie di settant'anni di pace in Europa, non sono state mai neppure sfiorate dall'idea di una guerra possibile. Servirebbe che i popoli, a ovest come a est, smuovessero i rispettivi governi, cominciando con lo spazzar via, alle prossime europee, sovranismi e nazionalismi dei quali si alimenta lo spettro della guerra. In nome non del pacifismo, ma dell'istinto di sopravvivenza.