Liturgie, Metacarpi su Voce del 7 aprile

Chi ha buona memoria politica ricorderà che esisteva un rituale consolidato per la candidatura dei Sindaci, al quale, primarie o no, il partito che detiene la maggioranza dal dopoguerra si è sempre attenuto come a una regola liturgica: due anni prima della scadenza, l'astro nascente, il fiore da far sbocciare assurgeva alla carica di capogruppo consiliare, entrava più direttamente nell'agone politico e imparava a familiarizzare con tutte le problematiche amministrative e a dibattere con gli avversari. Oppure, lo si faceva “crescere” in un assessorato poco impegnativo (si parla di molti anni fa) come la Cultura, per addomesticarlo al confronto con i colleghi di Giunta. In questo percorso sono transitati tutti i Sindaci succeduti a Bruno Losi, con l'eccezione di Werther Cigarini, sbalzato direttamente dalla segreteria del Pci alla poltrona di Primo cittadino per l'improvvisa scomparsa di Onorio Campedelli. Ecco, di questa liturgia, a un anno dalle Comunali 2024, non si vede traccia: non c'è più religione.