Memorie, Metacarpi del 16 febbraio

Dispiace, proprio nel giorno del suo funerale (foto Carlino), dover prendere le distanze dalla proposta di intitolare a Vincenzo Scazza il piazzale delle piscine. E converrà subito precisare che non c'è, nel ragionamento che segue, alcuna intenzione di diminuire il valore della persona e del suo lavoro. Il fatto è che, al di là degli ostacoli di legge già fatti presente dal Comune, intitolare uno spazio pubblico a un concittadino in nome di una professionalità e del valore simbolico che essa ha rappresentato per generazioni di Carpigiani, significherebbe fare un torto ai tanti – commercianti, pubblici esercenti, impiegati pubblici, perfino, verrebbe da aggiungere, figure caratteristiche – che nel corso degli anni hanno riassunto in sé un pezzo di storia e costume cittadini, semplicemente dando fondo al proprio lavoro, con altrettanti sacrifici, fatiche e passione. E che sono così entrati nella memoria collettiva di diverse generazioni di Carpigiani come autentici marcatori del tempo, a scandire tappe dell'esistenza di ciascuno di noi. Fare nomi (e soprattutto nomignoli, perché spesso li si conosceva così) sarebbe lungo e antipatico. Restando tuttavia nel generico, chi potrebbe negare il diritto a una intitolazione al fornaio che per anni ha rifornito le ricreazioni dei bambini delle elementari; o al custode del parco delle Rimembranze che ha ramazzato foglie, tenuto in ordine giostrine e vialetti e rincorso monelli un po' discoli per tutta la sua vita lavorativa; o al cartolibraio il cui negozio emanava un profumo di libri e quaderni così intenso da imprimersi nella memoria olfattiva come il segnale d'inizio dell'anno scolastico; o ai fotografi che hanno raccontato con le proprie immagini l'epopea della ricostruzione e del boom di Carpi; o ai titolari di depositi di biciclette, nonché riparatori delle medesime, collocati a ridosso delle porte cittadine; o all'edicolante che ti raccontava i giornali prima di venderteli; o ancora ai tanti esercenti il cui stesso nome racchiudeva e si sovrapponeva a quello del prodotto o del servizio, si trattasse della spesa alimentare o dell'aperitivo al bar o del rito domenicale del pranzo fuori casa o dello sportello bancario o dell'ufficio comunale? Vado da... e si era detto tutto. Allo stesso modo di Vincenzo Scazza, al quale rivolgiamo il nostro commosso saluto, sono figure che appartengono a ciascuno di noi, in modo diverso secondo le generazioni, ma tutte disposte là, a formare un mosaico di affetti, uno struggente paesaggio della memoria destinato a durare molto più di una semplice targa.

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