Notti, Metacarpi su Voce digitale del 18 giugno

“Fintantoché non ci sarà, io non ci credo”. Riferita al futuro ospedale di Carpi, per il quale l'altra sera il Consiglio ha votato l'Accordo territoriale con Ausl, Provincia e Regione, la frase avrebbe potuto essere confidata da un pensionato ultraottantenne, ammaestrato da come vanno le cose di questo mondo, a qualche compagno di panchina od osservatore di lavori in cantiere. Oppure da qualche scettico inveterato appoggiato al bancone del bar e davanti a una birra. L'ha pronunciata invece, rivolta al Consiglio, la capogruppo della Lega. Che, in quanto rappresentante dei cittadini, più che esprimerne l'atavico scetticismo e l'antica sfiducia verso la politica, sarebbe tenuta a farla, la politica: pungolando, richiamando le cose non fatte, rinfacciando le scadenze mancate. Non è così: si è messa alla finestra, ad aspettare che l'ospedale lo facciano altri. I suoi antenati consiglieri di opposizione, votando per opere epocali come il metano a Carpi, o il casello o la tangenziale, scrissero il proprio nome nel sole della storia. Il suo non uscirà mai dalle notti della cronaca.