Ovest, rubrica Metacarpi su Voce del 20 giugno

L'urbanizzazione a ovest, su via dell’Industria,  ma anche tra la Nuova Ponente e la Losi ha  vissuto tempi diversi. Accanto a proprietà che  spingevano per dare attuazione a usi direzionali fissati  vent’anni fa, ce ne sono state di quelle che hanno  nicchiato, più in attesa di rendite maggiori che per  scrupolo ambientale. Alla fine, tutte o quasi si sono  allineate. Nel frattempo, però, il Comune è stato costretto  a procedere a stralci, facendo di quello che  avrebbe potuto essere l’unico disegno di un quartiere,  la somma di tre comparti, due in corso e uno prossimo  a esserlo: ognuno con la propria viabilità, la propria  organizzazione interna, il proprio pezzetto di verde e  di ciclabile. E ognuno, con i propri parcheggi (40 metri  quadrati ogni cento di costruito): una esagerazione  di parcheggi destinati a rimanere lande desolate per  cinque giorni la settimana, quando ne sarebbe bastato  uno in comune, lasciando spazio al verde. Non lo  ha detto nessuno, in campagna elettorale, perché non  porta consensi: ma in urbanistica, nel prefigurare pezzi  di città, non guasterebbe un tocco di socialismo. 

 

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