L'urbanizzazione a ovest, su via dell’Industria, ma anche tra la Nuova Ponente e la Losi ha vissuto tempi diversi. Accanto a proprietà che spingevano per dare attuazione a usi direzionali fissati vent’anni fa, ce ne sono state di quelle che hanno nicchiato, più in attesa di rendite maggiori che per scrupolo ambientale. Alla fine, tutte o quasi si sono allineate. Nel frattempo, però, il Comune è stato costretto a procedere a stralci, facendo di quello che avrebbe potuto essere l’unico disegno di un quartiere, la somma di tre comparti, due in corso e uno prossimo a esserlo: ognuno con la propria viabilità, la propria organizzazione interna, il proprio pezzetto di verde e di ciclabile. E ognuno, con i propri parcheggi (40 metri quadrati ogni cento di costruito): una esagerazione di parcheggi destinati a rimanere lande desolate per cinque giorni la settimana, quando ne sarebbe bastato uno in comune, lasciando spazio al verde. Non lo ha detto nessuno, in campagna elettorale, perché non porta consensi: ma in urbanistica, nel prefigurare pezzi di città, non guasterebbe un tocco di socialismo.