Pace

Rischiamo di essere subito smentiti, ma dobbiamo dirlo. Non riusciamo a spiegarci come mai, dopo un mese in cui le cronache ne riportavano due o tre al giorno, nell’ultima settimana sono pressoché scomparse le notizie dei furti in appartamento. Quelli divenuti ormai un rito: tardo pomeriggio, scalata della gronda, forzatura della finestra, razzia di gioielli e oro. Uno si chiede: era allarmismo quello di prima o eccessiva rilassatezza quella di oggi? Ma gli interrogativi sono anche altri. Avviene tutto a caso o c’è un racket che opera secondo un disegno preciso? Ci sono forse momenti in cui la gente è indotta a denunciare anche il minimo sospetto e altri in cui dubbi e attenzione si diradano? E che ruolo gioca l’informazione nel favorire o dissolvere psicosi? Francamente, una risposta non l’abbiamo. Solo, non si vorrebbe che l’attuale bonaccia dipendesse da quello che disse una volta  un esperto come Enzo Ciconte: alla criminalità organizzata non piace il disordine creato da ladruncoli e rapinatori. Produce allarme e attira le forze dell’ordine, impedendo di “lavorare”. Avrà i suoi benefici, ma anche una pace mafiosa non lascia tranquilli. 

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