C’è una scena in “Amici miei-Atto III” (atto I, ci correggono), in cui uno dei cinque personaggi, protagonisti di leggendari scherzi nella saga inaugurata da Mario Monicelli e conclusa da Nanni Loy, viene improvvisamente stroncato da un infarto. È il redattore Giorgio Perozzi, interpretato da Philippe Noiret. Giace dunque sul letto di morte, con la moglie e il figlio presenti ma impassibili, perché non gli hanno mai perdonato un’esistenza disordinata da eterno ragazzo, mai a casa, poco al lavoro e dedita soprattutto a organizzare beffe atroci. Uno dei compagni di “zingarate”, il conte Mascetti (Ugo Tognazzi), rivolto agli altri dissipati del gruppo, chiede smarrito: “Ma che: è morto sul serio?”. Il ricordo fa il paio con la frase da reminiscenza evangelica rivolta da Silvio Berlusconi a Massimo Gramellini: “Quando le daranno la notizia della mia morte prima di prenderla per buona, lasci passare tre giorni”. Ne ha fatti tanti di scherzi, il Cavaliere: se li avesse riservati solo ai suoi amici, contenti lui e loro, ci saremmo divertiti di più anche noi.
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