Da una parte chiudono le palestre: prima quella della media Focherini, con lavori interrotti per fallimento dell’impresa; poi la Gallesi, per la quale non si ha notizia di progetti e bandi; infine il palazzetto Ferrari (competenza della Provincia) che richiederà un po’ per la risistemazione. Dall’altra, non si trova un’impresa che metta mano alla nuova palestra polivalente finanziata con fondi del Pnrr, mentre il campo da calcio Dorando Pietri è in abbandono. Intanto, le scuole sono costrette a soluzioni di emergenza, cercando accordi con i club privati. E le società sportive, preoccupate, si stanno guardando intorno. Aggiungiamo a tutto questo il fatto che da noi, anche in materia di libere pratiche sportive e benessere, non abbondano di certo i campetti da calcio o i playground in parchi e cortili per giocarci a pallacanestro o a pallavolo. Se ne ricava la mesta conferma che Carpi non si dimostra un posto per giovani. Qualcuno, in virtù dei cartelli ormai sbiaditi delle “camminate della salute” , si avventurò a definirci “città dello sport”. Poiché qualche società pensa di emigrare, verrebbe da aggiungere “...degli altri”.
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