“Basito” – participio passato di “basire” – è vezzo espressivo che ritorna sempre più spesso nell’eloquio di alcuni Consiglieri comunali di questo inizio di terza decade del millennio. Vi ricorrono più di tutti la sorella d’Italia Annalisa Arletti e la pentastellata Monica Medici, con al traino Eros Andrea Gaddi. Mai, i suddetti, sfoggerebbero quel verbo (alla lettera: “venir meno”) nei tempi dell’indicativo – io basisco, tu basisci... –; e tanto meno si avventurerebbero nei perigliosi percorsi del congiuntivo (che io basisca) o del condizionale (io basirei, tu basiresti...). Vi si concedono piuttosto, e con una certa voluttà, nella sua forma aggettivata. Per esprimere non tanto la banale sorpresa per questa o quell’affermazione del Sindaco o di chiunque altro dello schieramento avversario, quanto il senso di un aggressivo e sovrumano stupore fissato in una eternità evocativa del trapasso, quasi fossero incocciati non nella delibera di un piano particolareggiato, ma nello sguardo pietrificante della Medusa. Basire è un po’ morire, insomma: non si dica che in Consiglio non ci si impegna abbastanza.
27 Maggio 2020
Stupori, Metacarpi del 28 maggio
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