Secondo una graduatoria pubblicata dal Sole 24 Ore di giovedì 1 luglio e ripresa da un monitoraggio di Intesa San Paolo sulle aree a specializzazione manifatturiera, il distretto della Maglieria e dell’Abbigliamento di Carpi ha registrato nel primo trimestre di quest’anno un aumento dell’export del 14,9 per cento sullo stesso periodo del 2019: un salto da 142 a 163 milioni di euro. Il risultato è tanto più sorprendente se si considera che lo stesso report, nel rilevare un aumento generalizzato del 6 per cento dell’export italiano, conferma che la palla al piede del rilancio continua a essere il sistema moda, penalizzato da pesanti cali nell’export di beni intermedi (la concia e il tessile). In compenso, i distretti come il nostro, specializzati in beni di consumo, mostrano importanti segnali di recupero. La moda ha di queste stranezze imprevedibili, come il ritorno al ben vestire dopo le tute e i pigiami da smart working, sicché è sempre azzardato emettere sentenze definitive. Ma poi, per approfittare di queste svolte e farle durare occorrono ingegno e lavoro, passione e progettualità. Non basta prendersi al volo i frutti del momento: lo stellone si spegnerebbe subito.
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