La settimana scorsa sono uscite le materie dell’esame di stato (esame di stato conclusivo dei percorsi di studio di scuola secondaria di secondo grado, direbbe l’addetto ai lavori favorendo il rapido raggiungimento della fase Rem da parte degli astanti). Le novità principali della maturità di quest’anno – la circolare ministeriale con le materie è sempre, anche, l’occasione per mettere mano alla struttura dell’esame, un po’ come se uno lasciasse un post-it alla moglie con scritto “Ti ho lasciato il minestrone in frigo” e poi sotto, in piccolo, “Vado a vivere con Sabrina, spero non ti dispiaccia” – le novità principali della maturità, dicevo, sono l’abolizione della terza prova, il cosiddetto quizzone (molto cosiddetto, considerando che i quiz nella prova non c’erano praticamente mai), e la ristrutturazione dell’orale (in forme e secondo criteri che i più quotati esegeti delle direttive governative stanno ancora cercando di decifrare). Con l’atteggiamento matri-paternalistico proprio del Miur degli ultimi anni lo scombussolamento dei piani dei docenti e degli studenti (che, per dirla in breve, hanno lavorato e studiato per cinque anni in funzione di un certo tipo di esame e adesso se ne trovano per strada un altro, ma tanto chissenefrega) è stato accompagnato da messaggi molto social e molto molto friendly, della serie “non temere, siamo tuoi amici” o “tranquillo, da qui a giugno ti spiegheremo tutto”. In effetti non ho dubbi sulla capacità di politici e tecnici del Ministero di rendere comodo e rettilineo il curvone pericoloso che hanno preso con questo cambio di regole a giochi quasi fatti.
25 Gennaio 2019
Che maturità!
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