Che maturità!

La settimana scorsa sono uscite le materie  dell’esame di stato (esame di stato conclusivo  dei percorsi di studio di scuola secondaria  di secondo grado, direbbe l’addetto ai  lavori favorendo il rapido raggiungimento della  fase Rem da parte degli astanti). Le novità principali  della maturità di quest’anno – la circolare  ministeriale con le materie è sempre, anche, l’occasione  per mettere mano alla struttura dell’esame,  un po’ come se uno lasciasse un post-it alla  moglie con scritto “Ti ho lasciato il minestrone  in frigo” e poi sotto, in piccolo, “Vado a vivere con  Sabrina, spero non ti dispiaccia” – le novità principali  della maturità, dicevo, sono l’abolizione  della terza prova, il cosiddetto quizzone (molto  cosiddetto, considerando che i quiz nella prova  non c’erano praticamente mai), e la ristrutturazione  dell’orale (in forme e secondo criteri che  i più quotati esegeti delle direttive governative  stanno ancora cercando di decifrare).  Con l’atteggiamento matri-paternalistico  proprio del Miur degli ultimi anni lo scombussolamento  dei piani dei docenti e degli studenti  (che, per dirla in breve, hanno lavorato e studiato  per cinque anni in funzione di un certo tipo  di esame e adesso se ne trovano per strada un  altro, ma tanto chissenefrega) è stato accompagnato  da messaggi molto social e molto molto  friendly, della serie “non temere, siamo tuoi amici”  o “tranquillo, da qui a giugno ti spiegheremo  tutto”.  In effetti non ho dubbi sulla capacità di politici  e tecnici del Ministero di rendere comodo e  rettilineo il curvone pericoloso che hanno preso  con questo cambio di regole a giochi quasi fatti.  

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