Così è, come ci pare, Micromega

Insegnare, almeno nel mio caso, fa bene allo spirito. Anche nella situazione ai confini della realtà vissuta negli ultimi mesi, con la famigerata didattica a distanza, la freschezza degli adolescenti è stata spesso in grado di spiazzarmi e ritemprarmi. Qualche settimana fa durante una video-lezione stavo introducendo, come di prassi, l’opera Così è (se vi pare), dramma di Pirandello considerato quintessenza del relativismo conoscitivo. Avevo appena finito di sintetizzare la trama – quella di una donna, in teoria la moglie del signor Ponza ma in pratica figura corrispondente a diverse identità, che nella scena finale sbotta dichiarando di essere la persona che ciascuno vuole che lei sia – avevo appena finito di sintetizzare la trama, dicevo, e di fare qualche annotazione pseudo-intelligente per accreditare il mio ruolo di docente, che uno degli studenti in collegamento mi è entrato in scivolata con la classica osservazione apodittica e al contempo geniale di chi ha meno di vent’anni. “È come Internet!”, ha sentenziato, con la secchezza e l’impertinenza propria di quell’età. Io ci avrei messo delle ore, ad argomentare, l’avrei presa alla larga e forse non avrei centrato il punto.

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