E' qui la festa?

Sette di mattina, minuto più minuto meno. Arrivano le notifiche Facebook dei compleanni. Devo “aiutare” – questa è la formula di rito del messaggio mail – Tizio e Caio a celebrare il genetliaco. L’idea di dover soccorrere qualcuno, a distanza, perché spenga le candeline mi fa specie. Tant’è, provvedo, e posto sulle rispettive bacheche palloncini e cuoricini, torte e flûte di champagne (costano niente, in icona). Spero si ricordino di me, a parti invertite. Festa! Sette e trenta, anche qui più o meno. In cinque minuti bisogna stendere e approvare il piano di azione familiare della giornata. Chi fa cosa, chi va a prendere questo, chi si occupa di quest’altro. C’è da ritirare un regalo in negozio entro le quattro. Vado io, ma per chi è? Pare che una compagna di classe di Sofia abbia adottato un cucciolo. Per l’occasione, e per mostrarlo alla platea delle amiche, organizza un piccolo ricevimento. Non si può andare a mani vuote. Il regalo, l’ho capito adesso, è per il cane. Il nome del negozio, caro Sherlock, doveva farti venire qualche sospetto. Ok, ok, tranquille, fidatevi, alle quattro il piccolo (?) cadeau sarà a casa. E poi, in nome del neo-arrivato a quattro zampe, Festa!
 

Ore dieci, precise. Entro in un bar di Modena per il terzo caffè mattutino. D’estate, caldo e pressione bassa, faccio un chilometro con un litro, altro che dopo ti viene la tachicardia. C’è un gruppo di ragazzi e ragazze che sta bisbocciando (il leader del clan, per essere precisi, tira il collo alla bottiglia, secondo sua letterale espressione). Un’innocente e austera celebrazione di laurea, mi dico. Rispetto a certi baccanali, con fuochi pirotecnici e vetri rotti sul selciato, cui è dato assistere nel capoluogo nel periodo delle sessioni di massa, qui siamo in un cenobio. Non ho fatto bene i conti. Il celebrando/celebrato ha chiamato a raccolta la truppa per solennizzare la fine degli esami della triennale. Per la tesi si vedrà. Intanto, per non sbagliarsi, Festa!

Ora di pranzo. Troppo caldo per guardare l’orologio. Siamo in una bella tavolata, anche con gente che non conosco, di un ristobar (si chiamano così, io non ho colpa) zona via Emilia centro, più verso Bologna. Atmosfera ilare, faccio battute (la prima funziona, la seconda, si capisce, era troppo volgare, bisognerebbe sapersi fermare). Sono in piena trance da verbocinazione (l’antidoping mi troverebbe tracce di sangue nella caffeina, poi dalle due post-meridiane parte lo spegnimento) quando tutti si voltano verso la mia destra. È entrato il padrone di casa (vabbè, del ristobar) con un platò di cannoli e bignè di alta, altissima pasticceria. Porca vacca, mi sono scordato il compleanno di qualcuno. Attendo di capire fingendo di capire, e metto su il sorriso beota che vorrebbe ostentare sicurezza ma che gli altri, regolarmente, sgamano. Alla fine si svela l’arcano: oggi è San Qualcuno, e dato che due di noi si chiamano Qualcuno, l’ospite offre. Festa!

Il resto della giornata, la faccio breve, è tutto così. Un vecchio amico ancora scapolo ha trovato da un paio di mesi una donna che lo sopporta (e che sopporta soprattutto la sua sudorazione alluvionale, penso io), e mi chiede di uscire in compagnia allargata. Festa! Un’amica di Simona va verso le nozze e sta organizzando un addio al nubilato di tre giorni in Spagna, Covid permettendo (io continuo a sgranocchiare arachidi con nonchalance, come se fosse normale, per sposarsi, varcare le Alpi e i Pirenei). Fiesta!

E poi ci sono le feste di compleanno, in presenza, dei figli e delle figlie degli amici, che vengono dopo le feste di fine anno scolastico e le feste per tutte le partite (girone eliminatorio, ottavi, quarti, semifinale, finale) dell’Italia campione d’Europa di calcio (festa, festa, festa), mentre incombono le feste patronali delle località di villeggiatura, e zone adiacenti, le feste equinoziali e solstiziali, delle semine e delle arature, per gli arrivi e le partenze, le promozioni e i pensionamenti.

È qui la Festa, non c’è dubbio, a maggior ragione dopo tutto quello che abbiamo passato e con tutti gli scongiuri per le rogne che sono dietro l’angolo dell’estate. È qui la Festa, e nessuno si senta escluso. È qui la Festa, ma che poi voglia anche dire che stiamo bene e che siamo veramente felici, beh, questo è davvero un altro paio di maniche.