Un po’ per la vicinanza del 25 aprile, un po’ per la concomitanza di tutta una serie di eventi di cui avremmo fatto volentieri a meno (dalla querela, con rinvio a giudizio, da parte presidente del consiglio nei confronti dello storico e filologo Luciano Canfora, all’intervento televisivo censurato dello scrittore Antonio Scurati), anche per la primavera 2024 si è rinnovato, fra accuse, dinieghi, risposte stizzite, eccetera eccetera, il dibattito, per quelli con qualche capello bianco non esattamente nuovo, sulla presenza effettiva del neofascismo e dei neofascisti nella scena politica italiana contemporanea.
Io ho una formazione storica, e con questo retaggio faccio fatica a vedere riedizioni di fenomeni passati nell’attualità, perché l’orientamento è sempre quello di distinguere, differenziare, circostanziare, sulla base dell’assunto, al quale è arrivato tranquillamente anche il mio gatto nelle sue paciose riflessioni pomeridiane, per cui l’acqua della storia, come quella del fiume, è sempre diversa. segue