Una vacanza ci salverà, Micromega del 9 luglio

A parlare di vacanze oggi, con tutta la (legittima) paura del Covid che c’è e con tutte le incombenti ricadute economiche, sulle imprese e sulle famiglie, della pandemia, si rischia la figura di Maria Antonietta, che secondo la leggenda – perché di leggenda si tratta – avrebbe discettato di croissant al cospetto della penuria di pane per il popolo. Poi però uno come me, che si sente anche privilegiato ed è facile ai sensi di colpa, va con la coda fra le gambe, alla chetichella, a fare quattro giorni con moglie e figlia sulla riviera marchigiana, e scopre – con gaudio – che mentre molti connazionali tirano la cinghia (e qualche ragionevole maledizione), non pochi, per fortuna loro e dell’intero comparto turistico, alla vacanza, anche abbastanza godereccia (ristoranti pieni, spiagge attrezzate in totale affollamento, eccetera), non rinunciano. Dirò di più: gli Italiani che ho visto on the beach l’ultimo fine settimana di giugno, località Numana, provincia di Ancona, non sono solo benaugurali rispetto alla ripresa della vita ordinaria, pre-Covid, e provvidenziali per le casse di albergatori e operatori del turismo. Sono uno spiraglio di speranza per l’intero sistema paese, perché – e lo dico senza astio – se quelli che ho visto in opera io una decina di giorni fa si comportano allo stesso modo (per intraprendenza, pazienza, vocazione alla cortesia e alla collaborazione, intelligenza spiccia) nelle rispettive comunità di provenienza e nei luoghi di lavoro, beh, abbiamo risolto nove decimi dei problemi, come si dice, del “paese”. Andiamo con ordine. Secondo inveterata narrazione gli Italiani, in ferie, sono caciaroni, smargiassi, incivili, facili allo sgarro e al litigio. Da qui il popolare assunto per cui, all’opposto delle nazioni con radicate e secolari tradizioni imperialistiche e coloniali (provette in patria, cafone fuori dai confini nazionali, tipo gli Inglesi), noi saremmo inappuntabili e legalitari in trasferta (soprattutto nei Paesi percepiti come più “avanzati”, ad esempio quelli di matrice anglosassone) e indisciplinati fra le mura amiche. Tuttavia, per quello che vedo io in questi anni, sinceramente, la regola dell’Italiano che fa il pierino a domicilio non solo gronda eccezioni, ma proprio non esiste.

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