Virus: a ciascuno il suo, Micromega

 Allora. Secondo il ben noto adagio esistono per ognuno di noi tre fasi della vita, giovane, adulto e anziano, e per ciascuna di queste tre stagioni sono a disposizione due – solo due – dei tre ingredienti (tempo, denaro e salute) che potrebbero rendere l’esistenza compiutamente felice. I giovani hanno tempo e salute, ma scarseggiano di denaro; gli adulti sono in salute e hanno denaro, però difettano di tempo a causa degli impegni parentali e lavorativi; infine gli anziani, che avrebbero denaro e tempo a sufficienza, mancano, proverbialmente, di buona salute. Messa così, convengo, è una roba da socio-psicologo ospite di Barbara d’Urso, oppure da conversazione agli sgoccioli fra ubriachi a corto di argomenti. Però, accidenti, se si guarda con occhio un po’ scanzonato, non serioso, a quello che sta accadendo in Italia (e immaginiamo altrove) nella Fase due della pandemia Covid, va a finire che anche questo schemino ha un suo perché. Provo a spiegarmi. Partiamo dal presupposto per cui qualsiasi situazione emergenziale – pensiamo ad esempio alle guerre – produce rimescolamenti di fortune, divaricazioni economiche, fratture e zone di faglia all’interno della società. Il Coronavirus non sta facendo eccezione. Imprenditori contro lavoratori, città versus campagna, lavoro pubblico contro lavoro privato, e poi, nel nostro paese, Mezzogiorno contro Nord, e viceversa, e chi più ne ha più ne metta: sulla falsariga dei grandi traumi della storia contemporanea, dai conflitti mondiali alle crisi economiche globali, anche la diffusione del Covid-19 ha comportato prima smagliature poi vere proprie rotture del mosaico comunitario. Non è casuale, a proposito, che il primo e principale richiamo proveniente dalle istituzioni e dal sistema della comunicazione, all’altezza dello shock medico-sanitario che abbiamo subito e stiamo ancora patendo, sia stato quello alla compattezza, all’unità, allo spirito di comunità. Quanto più il virus, come una recessione globale o una sconfitta militare, si è incistato chirurgicamente nelle nostre vite e nei nostri destini, tanto più, di rimbalzo e a contenimento, si sono levate ragionevoli e accorate voci per superare le divisioni e muoversi compattamente.

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