Tutti gli anni, prima dell’esodo estivo, ti riprometti che non urinerai nei cessi dell’Autogrill per nessuna ragione al mondo. Dovessi anche trattenerla da Sasso Marconi a Ceglie Messapica. Dovessi anche farla nella piazzola di sosta col camionista di passaggio che ti immortala i peli del culo a batuffoli. Fosse anche l’ultimo cesso rimasto, non ti ridurrai in quell’equilibrio precario sulla tazza con la borsa appesa al collo e il rischio concreto di beccarti la scarlattina-la sesta malattia-la coxackiosi-la malaria-il tifo.
E così inizi a sospendere l’idratazione dalla sera prima della partenza, per non stimolare troppo la vescica. Prima di metterti in auto ti svuoti accuratamente, e non importa se viaggi sotto il sole di mezzogiorno di metà agosto e il climatizzatore ti abbandona, non sorseggerai alcunché. Ti spari un Camogli a secco, mastichi come un camelus bactrianus, ma col cazzo che bevi. Di tanto in tanto, ti inumidisci le labbra con una pezza bagnata, giusto per non farti ricoverare d’urgenza per disidratazione ipertonica.