Dalle scelte del passato l'aria irrespirabile di oggi

Riceviamo e pubblichiamo

di Vanel Salati*

Come abbiamo amaramente appreso, Carpi è stata collocata al 33esimo posto in Europa per inquinamento da polveri sottili, peggio di Modena e di Sassuolo, con conseguente elevato rischio per la salute pubblica e decessi che si potevano evitare.  Vero che ognuno di noi contribuisce nel suo piccolo all’inquinamento dell’aria, vero che siamo in val Padana, però ritengo che a determinare l’attuale nostra situazione, siano state anche scelte poco ponderate e per nulla lungimiranti di Giunte comunali succedutesi a Carpi. A fine anni Ottanta la Giunta di Claudio Bergianti, affidava all’ingegnere, architetto, urbanista di fama internazionale Edoardo Salzano, la stesura di un nuovo Piano regolatore generale per Carpi. Nell’86 esplode il reattore di Chernobyl , anche l’Italia investita dalla nube radioattiva, acquisisce una maggior coscienza ambientalista e i Verdi Italiani alle Europee dell’89 incassano un milione e trecentomila voti.  Il Piano regolatore di Salzano, prevedeva tra l’altro che la Città di Carpi fosse circondata da una ”muraglia verde boscata“ che tracciasse nettamente il confine tra città e campagna.  Siamo nel 1995, a Bergianti  subentra la prima Giunta di Demos Malavasi,  il quale subito accetta il Piano regolatore di Salzano, poi lo abbandona condizionato da alleanze politiche centriste e pressato dalle lobby dei costruttori carpigiani che vedono nel piano una notevole limitazione all’espansione edilizia di Carpi. Malavasi cestina il Piano regolatore di Salzano costato quattro anni di studi e affida l’attuazione del nuovo Piano Regolatore all’architetto Mauro Fortelli.  Fortissima era la pressione sul mattone, il Piano viene reso operativo nel 2000 ed è quello tuttora vigente, ha portato adun eccessivo consumo di suolo, ad una espansione abnorme della città e ha sicuramente favorito interessi immobiliari a scapito dell’interesse generale. Anche le giunte Campedelli e Bellelli nulla hanno modificato, come da Piano regolatore, catrame e cemento. Risultato, una moltitudine di immobili  ad uso abitativo commerciale industriale ed altro, ora vuoti e inutilizzati,  con “l’aria che tira” sarebbe stato meglio avere una muraglia verde boscata.                                                                                                                                              

L'accesso è riservato agli Abbonati

Se sei già abbonato, accedi per vedere l'articolo completo

Accedi

Accesso completo al sito, più l'
abbonamento digitale annuale

Vi permette di accedere a tutti i contenuti web di VOCE.it e di ricevere la newsletter quotidiana VoceCittà con le notizie del giorno, Voce settimanale digitale e Voce mensile digitale di approfondimento, direttamente al vostro indirizzo mail. Costo Annuo 29€ Abbonati