L'opinione di Giorgio Vacchiano, ricercatore in gestione e pianificazione forestale presso l’Università Statale di Milano. Di prossima uscita il suo volume “La resilienza del bosco"

Foreste indispensabili e resilienti. Il loro unico problema siamo noi

Abbiamo tutti ancora negli occhi le immagini scioccanti del polmone verde del pianeta, la foresta amazzonica, che continua a bruciare. Incendi per la maggior parte appiccati dall’uomo, per far spazio a pascoli e coltivazione di soia. Un fatto doppiamente grave: non solo rischiamo di perdere uno degli ultimi paradisi terrestri, ma anche e soprattutto un patrimonio forestale fondamentale per la nostra vita: le piante, infatti, succhiano la dannosa Co2 dall’atmosfera intrappolandola nel legno e quindi, quando una foresta brucia, viene improvvisamente rilasciata nell’aria una gigantesca massa di anidride carbonica. L’acqua che evapora dalle foglie della grande foresta amazzonica, inoltre, crea un sistema nuvoloso che, grazie alle correnti, porta pioggia e fertilità in mezzo mondo. Ma quello dell’Amazzonia è soltanto l’ultimo di una serie di casi, purtroppo tutti negativi, che di recente hanno messo al centro dell’attenzione mediatica le foreste: poche settimane prima gli incendi in Siberia, e a fine ottobre 2018, il più grande disastro che abbia mai colpito le foreste italiane, la tempesta Vaia. 

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